Silvia Bonino Pinerolo Psicologa e psicoterapeuta, è professore onorario di psicologia dello sviluppo e dell’educazione all’Università di Torino -
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LE VIOLENZE DI CAPODANNO CONTRO LE DONNE IN PIAZZA DEL DUOMO A MILANO
2022, Gennaio, 26 Bonino Silvia

LE VIOLENZE DI CAPODANNO CONTRO LE DONNE IN PIAZZA DEL DUOMO A MILANO

Le aggressioni contro le donne avvenute in piazza del Duomo a Capodanno hanno richiamato alla mente quelle accadute a Colonia e in altre città della Germania nel passaggio dal 2015 al 2016. Uguali sono il momento di festa condiviso da tutti, la “normalità” del luogo, la numerosità delle vittime, le caratteristiche sociologiche degli aggressori.  

Già allora alcuni commentatori avevano sottolineato l’aspetto tribale degli assalti, perpetrati da uomini la cui cultura di provenienza giustifica e codifica l’inferiorità della donna e la sua subalternità sotto il dominio maschile. In questa visione culturale, lo spazio pubblico appartiene solo al maschio; le donne non possono occuparlo né individualmente né tanto meno in gruppo, perché in questo modo sfuggono al controllo e alla subalternità. Esse vanno quindi punite per questa intollerabile insubordinazione, e la violenza sessuale sui loro corpi – favorita dal gruppo – realizza brutalmente il dominio maschile e la sottomissione femminile.

Bisogna però ricordare che chiamare in causa solo la cultura patriarcale è limitativo e improduttivo. Infatti questi modi di agire trovano origine, a livello biologico, nella parte filogeneticamente più arcaica del nostro cervello, vale a dire in quella rettiliana, nella quale la sessualità maschile è connessa alla dominanza sulle femmine.  Questa constatazione non rappresenta certo una giustificazione, poiché si tratta di disposizioni preumane che non hanno più, per noi, alcuna utilità e valore adattivo: esse portano solo sofferenza individuale e sociale. Purtroppo però alcune culture continuano a giustificare e legittimare queste primitive disposizioni. E’ uno dei casi in cui il pensiero, per motivi di vantaggio, si allea con la parte più primitiva del cervello e ne giustifica l’operato.

La nostra cultura, tra molte contraddizioni e ambiguità, cerca con fatica di promuovere tra uomini e donne relazioni basate sulle disposizioni affettive e sul riconoscimento della comune umanità, che hanno fondamento nel cervello emotivo e nella neocorteccia. Le sue conquiste, molto imperfette, sono fragili e vanno difese e promosse con fermezza. Perché questo avvenga, occorre però, anzitutto, essere consapevoli che la violenza sulle donne non ha origini unicamente culturali, ma si basa anche su disposizioni maschili primitive che vanno combattute, non giustificate e non incoraggiate dalla cultura. C’è bisogno, insomma, di una cultura che sia consapevole di quanto di primitivo e preumano è presente in noi, per poter efficacemente favorire le disposizioni veramente umane, fatte di relazioni paritarie tra uomini e donne, nel rispetto della comune umanità.

Per saperne di più:

Silvia Bonino, Amori molesti. Natura e cultura nella violenza di coppia (Laterza, 2019)

[Nature and culture in intimate partner violence. Sex, love and equality (Routledge, 2020)]

Intervista di Paola Sacchetti pubblicata su Psicologia Contemporanea: https://www.psicologiacontemporanea.it/blog/come-spiegare-gli-stupri-di-gruppo-dinamiche-psicologiche-e-aspetti-educativi/

 

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